IL RIDER MEDIOCRE, Kooks, Jerry and co.

IL ”RIDER” MEDIOCRE chi è? Kooks Jerry, Pellegrini, week end warriors e merenderos. Premessa: In un periodo dove la parola d’ordine è ”politicamente corretto” , anzi ”politically correct” perchè va più di moda in inglese, so già che con questo articolo pesterò qualche merda. D’altra parte se questa mia riflessione (ironica ma non troppo) aiuterà qualcuno a migliorare il suo ”status” (altro termine molto in voga) di rider, ne sarò felice e ne guadagnerà tutta la ”Boarding Community” (conosco quasi tutti i termini alla moda!). Ovviamente ogni riferimento ad amici, conoscenti e animali è puramente casuale e non diffamatorio.

Mediocrità

Partiamo dalla definizione di ”mediocre” della Treccani. **Riferito a persona, sempre con allusione alle attitudini, alla capacità, all’ingegno, all’effettivo rendimento. Termine se vogliamo anche un pò dispregiativo, ma che purtroppo rispecchia in pieno una tendenza sempre più diffusa della massa a cimentarsi in attività sportive, anche relativamente rischiose senza cognizione di causa .

La mediocrità nei Boardsports

Nel nostro caso specifico, se consideriamo surf, skate e snowboard come sport dove il rischio di farsi male è abbastanza alto, le persone che spesso si avventurano senza la dovuta preparazione, sia fisica che mentale, e con un approccio approssimativo sono sempre più all’ordine del giorno. In questo articolo mettiamo un attimo da parte lo skate in quanto lo skateboarder mediocre conosce molto bene il reparto ortopedia e c’è molta più selezione naturale alla base. Concentriamoci su surf e snowboard dove il rider mediocre dà il meglio di se. Se fino a qualche anno fa chi si avvicinava a surf e snowboard trovava materiale con un pò di difficolta e con ancor più difficoltà riusciva a fare scuola presso strutture attrezzate, oggi è tutto più accessibile e grazie (o per colpa) di social ed ”experience camp” anche il più incapace con un pò di incoscienza può tentare la fortuna e buttarsi in acqua a supertubos o uscire fuori pista con rischio valanga 5 a Courmayer dopo una bella polentata da Filippo. Come direbbe un buon vecchio Boomer (altro termine alla moda) ”era meglio prima”… meglio o peggio non saprei, il dato di fatto è che se 20 anni fa chi sceglieva di fare surf o snowboard per imparare, sentirsi realizzato e parte di una comunità doveva ingegnarsi, fare un determinato percorso e per migliorare doveva in qualche moto impegnarsi; oggi dove vige la regola tutto e subito basta che l’experience sia immortalata sui social al grido di ”#Goodvibes” o ”#myoffice” per poi essere archiviata dopo qualche mese. Alla fine è questo ”Mood” che rende il nuovo rider un rider mediocre, quindi sotto la media. Sotto la media perchè fortunatamente ancora troviamo in acqua e in montagna surfisti e snowboarder con un buon livello (ci si accorge subito però che l’età media di chi pratica con consapevolezza è abbastanza alta) e un pò di ”Gromm” (i bambini) che grazie a genitori e scuole competenti alzano il livello, rendendo almeno per il momento il rider mediocre una minoranza.

Chi sono quindi i mediocri?

Il mediocre è il Kooks, il Jerry, il merenderos, il week end warrior, più in generale quello della domenica, senza nulla togliere a chi purtroppo è libero solo nei week end, ma si sa, basta andare in giro la domenica e quello della domenica lo incontri sempre. Ogni attività ha il suo mediocre e lo battezza con termini dispregiativi, in una società inclusiva questo è sbagliato però noi siamo cattivi e prendere per il culo queste persone forse ci fa credere di essere migliori, e per alcuni aspetti forse lo siamo. Ma cosa deve fare una persona per meritarsi un appellativo tale ed esser disprezzato dalle varie community? Molto spesso anche niente, sono doti innate.. kooks ci si nasce, ma si può guarire! L’approccio sbagliato, il fattore moda, i cattivi consigli e il ”turista fai da te” sono le cause principali.

L’approccio sbagliato

Per capire qual’è l’approccio sbagliato, capiamo prima qual’è quello giusto o meglio, quello migliore. Sicuramente un approccio naturale senza imposizioni partendo da piccoli, un gioco che diventa passione col tempo. Prendiamo un bambino di 6-8-10 anni che riceve uno skateboard per natale, inizialmente ci gioca, poi si appassiona e da li da inizio al suo percorso di raider allargando in seguito le sue passioni anche a surf e snowboard. Ovviamente serve una famiglia che abbia la voglia e la possibilità economica di accompagnarlo e sostenerlo, non tanto per lo skate che è molto più accessibile quanto per surf e snowboard che hanno costi molto più alti. Se poi il bambino ha anche la possibilità di esser seguito da una scuola le probabilità che diventi uno sportivo e perchè no un domani un professionista sono abbastanza alte. Ok siamo stati cattivi e quel bastardo di Babbo Natale non c’ha regalato lo skate da piccoli… per qualche oscuro motivo ti sei ritrovato una tavola sotto piedi, hai 2 possibilità:

1) informarti, nel 2023 è possibile farlo anche sullo smartphone, fare pratica con amici esperti o istruttori qualificati e diventare un rider consapevole anche da adulto.

2) improvvisare e buttarti in mezzo alla membro cinofilo e diventare il rider mediocre perfetto!

Il dato di fatto è che tanti si avvicinano a surf e snowboard e come conseguenza diretta anche allo skate in età avanzata, dopo i 25 . (Dati rilevati con più di 20 anni di esperienza in negozio). Spesso intraprendono queste attività senza una base di attività motoria e con zero preparazione fisica. Approcciano in modo approssimativo senza chiedersi se quello che fanno lo fanno nel modo giusto o sbagliato, semplicemente provano ed evolvono a modo loro. Facendo scuola di surf mi è capitato più di una volta gente che non sapeva nuotare e che aveva il mal di mare. Molte volte mi sono chiesto perchè alcune persone avessero scelto di praticare uno sport che non fa per loro e la risposta è una : Perchè va di moda!

La moda nei Boardsport.

L’Italia si sa è la capitale della moda, e abbiamo ipotizzato che sia la moda il motore principale che spinge il rider mediocre a fare determinati sport piuttosto che altri. Spot pubblicitari e social negli ultimi anni hanno utilizzato spesso le tavole da surf e Skate per la loro comunicazione, è bastato questo? 3 anni di Covid hanno tenuto la gente in casa e una volta aperte le gabbie la voglia di ”Outdoor” ha preso il sopravvento ? come possiamo dimostrarlo? i Kooks e merenderos ci sono sempre stati anche prima del Covid, dopo sono solo aumentati esponenzialmente, mi verrebbe da pensare che sia piuttosto un percorso personale fatto di tentativi per cercare di appartenere a ”un qualcosa” che sia socialmente accettato, se quel qualcosa richiede delle capacità tecniche e fisiche poco importa, la foto su Instagram e ”l’apparire” è molto più importante!

I cattivi consigli

Se il rider mediocre da una parte ci mette molto del suo per meritarsi tale appellativo, un ruolo determinante nell’evoluzione del suo stato di principiante a vita ce l’hanno i cattivi consigli. I social e soprattutto i gruppi facebook sono terreno fertile per gente che nella vita vera non riesce ad avere un ruolo di leader mentre su internet nascosti dietro un monitor e con tanto tempo da perdere diventano veri e propri ”Guru” . Il mal capitato che chiede un consiglio sul gruppo facebook dedicato all’attività intrapresa, viene preso d’assalto da questi fantomatici personaggi e da altre decine di commentatori seriali, tutti si sentono in dovere di dire il proprio pensiero, fan boy, haters, affaristi, morti di fama, nerd generici e per fortuna anche qualche persona competente. Risulta però difficile filtrare il bene dal male e il povero aspirante rider si trova ancora più confuso di quando ha chiesto consiglio.

Internet ormai è una giungla, contano solo le visualizzazioni e i click, perchè con i click si fa business. Un altra insidia per il principante che con buona probabilità lo renderà un rider mediocre sono le ”Experience” i surf camp, snow camp all inclusive di massa, dove la parola d’ordine è lucrare sui principianti dando un servizio approssimativo ad un prezzo irrisorio. Buttare in mezzo alla schiuma allo sbaraglio 20 persone alla volta, con un softop, dopo 10min di salti sulla tavola in battigia, non è insegnare surf! e dopo 3 giorni di facciate non sarete mai surfisti intermedi, neanche principianti… Stesso discorso per i camp in montagna, nelle experience l’unica cosa positiva è che si può fare amicizia.

Il fai da te

Chi fa da se fa per tre, recita un celebre detto. Questo può anche esser vero, se chi fa da se è una persona con le ”in giuste” (intelligente, intraprendente, informata) se ha le ”in sbagliate” (incompetente, incapace, inetto) è meglio se si affida a professionisti, sia per l’apprendimento sia per l’acquisto del materiale. Molto spesso capita di vedere gente che prima acquista uno snowboard e poi chiede sui social se ha fatto l’acquisto giusto, oppure fa una lezione in una scuola surf (pacchetto experience ovviamente) e corre nel primo mercatone a prendere la tavola, la più economica ( ”perchè tanto ci vado 2 volte non merita spenderci troppo”) o uno short superperformante (”perchè ormai ho fatto l’experience sono intermedio e prendo le green wave”)

Come si riconosce un rider mediocre?

In ambito surf un kooks si riconosce anche fuori dall’acqua, dai dettagli, da come carica la tavola in auto, da come la trasporta, da come indossa la muta ecc… ognuno è libero di fare come vuole, mi direte, ed è vero… però se vola la tavola dalla macchina di uno che non si è nemmeno posto il problema di averla legata bene o male e quella stessa tavola mi prende in pieno in autostrada la libertà individuale andrebbe quantomeno messa in discussione. In acqua invece un comportamento inconsapevole può mettere in pericolo anche altri quindi è bene che i kooks capiscano presto la loro situazione di disagiati. Stesso discorso vale per lo snowboard i Gerry come vengono chiamati all’estero o più semplicemente i nostri amati pellegrini, quelli che come spesso accade non regolano gli attacchi a valle e di conseguenza a monte si rendono conto che l’attacco non chiude sullo scarpone… nel frattempo la tavola abbandonata parte a 160 km/h in direzione famigliola con gli sci… oppure quelli si lanciano in neve fresca senza adeguata preparazione\attrezzatura e sganciano valanghe su qualche malcapitato sotto di loro. Per dirla in breve l’atteggiamento e il comportamento sono i caratteri distintivi del rider mediocre.

se volete approfondire su Instagram ci sono alcune pagine dedicate

Kooksklam

Kooks of the day

Jerry of the day